Hai mai riflettuto sul costo degli abiti che acquisti?
E no – non parliamo di “tanto” o “poco” ma piuttosto di quanto stia dietro a quel prezzo.
Hai mai pensato che dietro a quella maglietta a 10€ - dietro a quel risparmio – c’è probabilmente un lavoratore che non è stato pagato a sufficienza?
Per non parlare dei saldi: grandi realtà scontano a volontà con 3x2 o “prendi 2 paghi 1” e noi, abituati come siamo a prezzi bassi, spesso nemmeno ci soffermiamo sul fatto che quel prezzo non è normale – non è sostenibile.
“Non si parla soltanto di lavoro giustamente retribuito, ma anche delle emissioni e delle risorse naturali che sono state utilizzate per produrlo – a volte, per dei capi destinati a essere indossati solo un paio di volte.”
Io ho iniziato il mio percorso come minimalista: ho capito a un certo punto che tutti quei vestiti che avevo nell’armadio non mi rispecchiavano e, francamente, non ne avevo neanche bisogno. Da quel momento in poi ho scelto di ridurre radicalmente gli acquisti e, quando compro, comincio sempre cercando un’alternativa second hand”
Bene, comprare vintage o second hand – specialmente in piccole realtà – può essere una soluzione valida: perchè stai acquistando un capo con una storia, spezzando il circolo vizioso del ricambio costante del fast fashion.
Hai mai pensato che comprare usato possa essere, oltre che un risparmio, oltre che una scelta etica, una scelta di stile?
“Per me lo è senza dubbio. Tendiamo a pensare che un bel guardaroba debba essere sempre pieno di cose nuove e all’ultima moda – ma se noi non cercassimo di essere alla moda, ma di avere uno stile? E se non cercassimo l’ultima moda, ma la moda che ci rappresenta?”
E tu cosa ne pensi?
Articolo scritto da Elena Carrozzo
@ubergreen_
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